Problemi comportamentali
Problemi di convivenza
I gatti non sono nati per essere creature sociali. Diversamente dai cani che sono animali di branco, i gatti si sono evoluti per vivere benissimo da soli, senza una struttura sociale intorno a loro. Dobbiamo sempre ricordare che le origini del gatto sono quelle di predatore solitario fortemente territoriale perciò non si possono forzare i gatti a gradire la compagnia reciproca, alcuni vivranno facilmente con un nuovo venuto, altri non ci si abitueranno mai o potranno al limite viverci accanto in una sorta di tregua più o meno stabile. Per loro il territorio è una cosa con cui non si scherza, tanto è vero che il legame di attaccamento alla madre, che nel cane viene sostituito da quello per la sua società canina, nel gatto viene sostituito da quello che si forma con il territorio. Tuttavia, se non c’è concorrenza per le risorse: cibo, lettiere, spazi, posti sicuri, tranquilli e comodi dove riposare ecc… allora i gatti si accetteranno ed alcuni potranno persino formare una sorta di legami tra loro. Vediamo perciò quando ci possono essere momenti delicati nella convivenza e come fare per superarli.
Arriva un nuovo inquilino
Presentare un nuovo gatto al gatto padrone di casa può essere una faccenda complicata. Anche se il motivo per cui è stato preso un altro gatto era per fargli compagnia, per il nostro territoriale amico i nuovi venuti, grandi o piccoli che siano, all’inizio sono sempre visti come intrusi! Un’attenta introduzione può contribuire a spianare la strada verso la tolleranza e a volte verso la costituzione di un gruppo sociale affiatato.
Se una relazione fra gatti parte male e assume connotazioni di violenza o paura può essere molto difficile cambiare i modelli di comportamento.
Al nuovo gatto si dovrà cercare di riservare un locale o una stanza dove inizialmente tenerlo con la sua ciotola, l’acqua la lettiera e il trasportino, in maniera tale che possa costruirsi un territorio all’inizio piccolo e facile da tenere sotto controllo, questo lo farà sentire sicuro.
L’olfatto è il più importante dei sensi del gatto perciò possiamo utilizzarlo per rendere il nuovo gatto meno “straniero” esponendolo all’odore “di casa” prima di presentarlo al gatto residente. Si può carezzare prima un gatto e poi, senza lavarsi le mani andare ad accarezzare l’altro mescolando gli odori. Si possono anche raccogliere gli odori dalla testa del gatto, nella zona vicino alle orecchie dove ci sono particolari ghiandole che producono feromoni, strusciando delicatamente con un panno morbido per poi passarlo su sedie e mobili, sempre per mescolare e spargere gli odori. Inoltre è bene permettere al nuovo inquilino di abituarsi anche lui ai nuovi odori della casa e di un altro gatto.
Durante il periodo dell’introduzione i gatti vanno tenuti in stanze separate prima da una porta chiusa, poi cercando di applicare una divisione trasparente tra le due stanze (zanzariera, tenda di plastica trasparente fissata alle estremità), e permettendo che ciascuno studi l’altra stanza e la sistemazione dell’altro gatto senza realmente venire a contatto; si può cominciare ad alimentare i gatti allo stesso tempo, dai due lati della porta. Durante questo processo ci possono essere sibili e soffi ma questo dovrebbe cambiare gradualmente in curiosità ed in accettazione graduale. Poi si può togliere la separazione e bloccare la porta in modo da lasciare una fessura attraverso la quale i due possano annusarsi e anche di toccarsi le zampe, quando con le zampine cercheranno di afferrarsi in modo chiaramente giocoso siamo pronti per passare allo step successivo.
È opportuno che al momento della riunione dei due gatti ci sia la possibilità per entrambi di scegliere una via di fuga in un posto dove si possano sentire sicuri, ad esempio la possibilità di saltare su mensole e scaffali per distanziarsi (la scelta preferita dal gatto per gestire gli incontri inopportuni) o entrare in una scatola o in un trasportino dove nascondersi e sentirsi protetti, pur continuando a vedere cosa succede intorno.
E’ fondamentale garantire la sicurezza sia del nuovo gatto che del gatto residente e impedire al nuovo venuto di essere inseguito o minacciato (o a volte anche il contrario). Non bisogna assolutamente permettere che un incontro vada a finire in rissa o inseguimenti, perché si rovinerà tutto il lavoro, inficiando per molto tempo, se non per sempre la possibilità di far rincontrare i gatti in modo amichevole. In tal caso i gatti andranno nuovamente separati e ripetuto il programma.
Nel caso in cui non sorgano problemi lasciate che il gatto residente entri nella stanza e dategli attenzione e rassicurazione, se decide di andarsene senza studiare il nuovo gatto non forzatelo, probabilmente ci vuole ancora un po’ più di tempo. Se i gatti mostrano i segni di aggressività, distraeteli con un rumore o un richiamo gentile e separateli nuovamente.
Quando i gatti sono nella stessa stanza, si possono usare dei bocconcini prelibati per indurli ad associare alla presenza dell’altro un’esperienza positiva. In questa fase si possono mettere le ciotole del cibo all’estremità opposte della stanza. Quando i gatti mangeranno tranquillamente anche in presenza l’uno dell’altro, potete allora avvicinare le loro ciotole (ma non troppo!). Una volta sicuri che non si azzufferanno allora potete iniziare ad utilizzare la casa intera, a quel punto i gatti troveranno da sè i loro posti e il sistema di vivere pacificamente nella stessa casa utilizzandone in maniera profittevole le risorse.
Può occorrere soltanto un giorno o due o possono occorrere parecchie settimane affinché i gatti si tollerino. Possono volerci mesi prima che i gatti imparino a rilassarsi quando sono l’uno in presenza dell’altro, ma se si riesce a raggiungere una fase di tregua fra loro siamo sulla strada giusta. Assicuratevi che le risorse importanti per i gatti (cibo, acqua, spazi per dormire, lettiera e, molto importante specie per alcune razze in particolare, l’affetto e le coccole dei proprietari) siano garantiti in abbondanza. Guardate molto attentamente il linguaggio del corpo di entrambi i gatti mentre va avanti il processo di introduzione, cercate di capire se sono stressati o stano imparando a rilassarsi, l’uno in presenza dell’altro.
Altre volte invece, malgrado le migliori intenzioni e la massima attenzione nel programma di introduzione, alcuni gatti non arriveranno mai a dormire insieme e a farsi toeletta l’un l’altro, le relazioni fra gatti infatti dipendono anche dalle differenze di personalità e di carattere.
Problemi di territorio
L’aggressione territoriale può essere rivolta verso le persone o altri animali (solitamente gatti) che capitano o risiedono sulla proprietà del gatto in questione. L’aggressione può essere rivolta verso i gatti esterni o verso i gatti che vivono nella stessa famiglia. Ciò può accadere quando si prende un nuovo gatto, o quando i gatti residenti raggiungono la maturità sociale a 1-2 anni. Un’altra situazione è quando un gatto viene portato temporaneamente via da casa (ad esempio dal veterinario per un intervento o e magari viene ricoverato), e quando il gatto è portato nuovamente dentro il territorio domestico gli altro lo aggrediscono. Questa aggressione può essere una combinazione di aggressione territoriale e da paura (forse il gatto che è rientrato nell’ambiente familiare si porta addosso degli odori sconosciuti o appare o si comporta in modo non conforme a quello a cui i residenti sono abituati ad esempio nel casi di risveglio da un’anestesia o se ha medicazioni o fasciature). L’aggressione territoriale può manifestarsi con agguati, inseguimenti e zuffe, che possono condurre a ferite anche serie. L’aggressore impedirà alla vittima di avere accesso a determinate zone della casa, così il gatto aggredito si troverà a dover vivere in cima ai mobili o sotto i letti. Questo stato di cose ingenera sia nell’aggressore che nell’aggredito un forte stato di stress e possono comparire altri problemi quali le eliminazioni inappropriate e marcature in giro per la casa. L’aggressione territoriale può essere evitata o minimizzata con una buona socializzazione iniziale, una introduzione paziente e lenta e l’accortezza di fornire sempre risorse sufficienti applicando il protocollo descritto nel capitolo precedente.
Quando gli amici diventano nemici… Aggressioni redirette tra gatti
A volta basta un attimo! Gatti che sono stati compagni da una vita possono improvvisamente guardarsi l’un altro come “il nemico” e si possono avere zuffe anche serie. Quando due gatti che hanno sempre vissuto insieme in pace improvvisamente diventano aggressivi l’uno verso l’altro, il problema è generalmente un’aggressione scatenata dalla paura. Questo problema comincia solitamente “per errore” o per incidente. Per esempio, due gatti vivono in pace nella stessa casa, un giorno uno dei due sta tranquillamente seduto vicino ad una finestra quando fuori passa un gatto “straniero”, l’altro gatto che può vedere fuori si accorge del gatto esterno e si precipita verso la finestra per attaccarlo. Purtroppo, il gatto vicino alla finestra, che non ha visto niente di quello che c’è fuori, si trova sulla sua traiettoria e se lo vede venire addosso a tutta velocità e con atteggiamento aggressivo, senza un motivo che lui possa capire. Allora si spaventa, soffia e sibila. L’altro gatto che era partito per attaccare quello fuori ri-orienta allora la sua attenzione verso il primo e a sua volta gli soffia e gli sibila. Allora i gatti si attaccano. Ciascuno si comporta come se l’altro avesse iniziato la lotta.
Oppure può capitare che, due gatti che vivono insieme tranquillamente siano intenti ad un pisolino quando si verifica qualche avvenimento “spaventoso”, tipo un libro che cade da uno scaffale o una pentola che cade fragorosamente in cucina. Entrambi i gatti saltano su, soffiano e si mettono in posizione difensiva, si guardano e ognuno vede l’altro come se stesse per attaccare. Di conseguenza, ciascuno reagisce, segue una zuffa e da allora in poi ogni volta che si vedono, parte l’attacco.
Per trattare con successo questo tipo di aggressione, i gatti devono essere separati l’un l’altro ed essere reintrodotti con attenzione. Il metodo per la reintroduzione dei gatti è lo stesso. Attenzione a non intervenire quando c’è qualche situazione in cui i gatti se sono eccitati o agitati o sarete la vittima di una aggressione riorientata.
Arriva un nuovo inquilino
Presentare un nuovo gatto al gatto padrone di casa può essere una faccenda complicata. Anche se il motivo per cui è stato preso un altro gatto era per fargli compagnia, per il nostro territoriale amico i nuovi venuti, grandi o piccoli che siano, all’inizio sono sempre visti come intrusi! Un’attenta introduzione può contribuire a spianare la strada verso la tolleranza e a volte verso la costituzione di un gruppo sociale affiatato.
Se una relazione fra gatti parte male e assume connotazioni di violenza o paura può essere molto difficile cambiare i modelli di comportamento.
Al nuovo gatto si dovrà cercare di riservare un locale o una stanza dove inizialmente tenerlo con la sua ciotola, l’acqua la lettiera e il trasportino, in maniera tale che possa costruirsi un territorio all’inizio piccolo e facile da tenere sotto controllo, questo lo farà sentire sicuro.
L’olfatto è il più importante dei sensi del gatto perciò possiamo utilizzarlo per rendere il nuovo gatto meno “straniero” esponendolo all’odore “di casa” prima di presentarlo al gatto residente. Si può carezzare prima un gatto e poi, senza lavarsi le mani andare ad accarezzare l’altro mescolando gli odori. Si possono anche raccogliere gli odori dalla testa del gatto, nella zona vicino alle orecchie dove ci sono particolari ghiandole che producono feromoni, strusciando delicatamente con un panno morbido per poi passarlo su sedie e mobili, sempre per mescolare e spargere gli odori. Inoltre è bene permettere al nuovo inquilino di abituarsi anche lui ai nuovi odori della casa e di un altro gatto.
Durante il periodo dell’introduzione i gatti vanno tenuti in stanze separate prima da una porta chiusa, poi cercando di applicare una divisione trasparente tra le due stanze (zanzariera, tenda di plastica trasparente fissata alle estremità), e permettendo che ciascuno studi l’altra stanza e la sistemazione dell’altro gatto senza realmente venire a contatto; si può cominciare ad alimentare i gatti allo stesso tempo, dai due lati della porta. Durante questo processo ci possono essere sibili e soffi ma questo dovrebbe cambiare gradualmente in curiosità ed in accettazione graduale. Poi si può togliere la separazione e bloccare la porta in modo da lasciare una fessura attraverso la quale i due possano annusarsi e anche di toccarsi le zampe, quando con le zampine cercheranno di afferrarsi in modo chiaramente giocoso siamo pronti per passare allo step successivo.
È opportuno che al momento della riunione dei due gatti ci sia la possibilità per entrambi di scegliere una via di fuga in un posto dove si possano sentire sicuri, ad esempio la possibilità di saltare su mensole e scaffali per distanziarsi (la scelta preferita dal gatto per gestire gli incontri inopportuni) o entrare in una scatola o in un trasportino dove nascondersi e sentirsi protetti, pur continuando a vedere cosa succede intorno.
E’ fondamentale garantire la sicurezza sia del nuovo gatto che del gatto residente e impedire al nuovo venuto di essere inseguito o minacciato (o a volte anche il contrario). Non bisogna assolutamente permettere che un incontro vada a finire in rissa o inseguimenti, perché si rovinerà tutto il lavoro, inficiando per molto tempo, se non per sempre la possibilità di far rincontrare i gatti in modo amichevole. In tal caso i gatti andranno nuovamente separati e ripetuto il programma.
Nel caso in cui non sorgano problemi lasciate che il gatto residente entri nella stanza e dategli attenzione e rassicurazione, se decide di andarsene senza studiare il nuovo gatto non forzatelo, probabilmente ci vuole ancora un po’ più di tempo. Se i gatti mostrano i segni di aggressività, distraeteli con un rumore o un richiamo gentile e separateli nuovamente.
Quando i gatti sono nella stessa stanza, si possono usare dei bocconcini prelibati per indurli ad associare alla presenza dell’altro un’esperienza positiva. In questa fase si possono mettere le ciotole del cibo all’estremità opposte della stanza. Quando i gatti mangeranno tranquillamente anche in presenza l’uno dell’altro, potete allora avvicinare le loro ciotole (ma non troppo!). Una volta sicuri che non si azzufferanno allora potete iniziare ad utilizzare la casa intera, a quel punto i gatti troveranno da sè i loro posti e il sistema di vivere pacificamente nella stessa casa utilizzandone in maniera profittevole le risorse.
Può occorrere soltanto un giorno o due o possono occorrere parecchie settimane affinché i gatti si tollerino. Possono volerci mesi prima che i gatti imparino a rilassarsi quando sono l’uno in presenza dell’altro, ma se si riesce a raggiungere una fase di tregua fra loro siamo sulla strada giusta. Assicuratevi che le risorse importanti per i gatti (cibo, acqua, spazi per dormire, lettiera e, molto importante specie per alcune razze in particolare, l’affetto e le coccole dei proprietari) siano garantiti in abbondanza. Guardate molto attentamente il linguaggio del corpo di entrambi i gatti mentre va avanti il processo di introduzione, cercate di capire se sono stressati o stano imparando a rilassarsi, l’uno in presenza dell’altro.
Altre volte invece, malgrado le migliori intenzioni e la massima attenzione nel programma di introduzione, alcuni gatti non arriveranno mai a dormire insieme e a farsi toeletta l’un l’altro, le relazioni fra gatti infatti dipendono anche dalle differenze di personalità e di carattere.
Problemi di territorio
L’aggressione territoriale può essere rivolta verso le persone o altri animali (solitamente gatti) che capitano o risiedono sulla proprietà del gatto in questione. L’aggressione può essere rivolta verso i gatti esterni o verso i gatti che vivono nella stessa famiglia. Ciò può accadere quando si prende un nuovo gatto, o quando i gatti residenti raggiungono la maturità sociale a 1-2 anni. Un’altra situazione è quando un gatto viene portato temporaneamente via da casa (ad esempio dal veterinario per un intervento o e magari viene ricoverato), e quando il gatto è portato nuovamente dentro il territorio domestico gli altro lo aggrediscono. Questa aggressione può essere una combinazione di aggressione territoriale e da paura (forse il gatto che è rientrato nell’ambiente familiare si porta addosso degli odori sconosciuti o appare o si comporta in modo non conforme a quello a cui i residenti sono abituati ad esempio nel casi di risveglio da un’anestesia o se ha medicazioni o fasciature). L’aggressione territoriale può manifestarsi con agguati, inseguimenti e zuffe, che possono condurre a ferite anche serie. L’aggressore impedirà alla vittima di avere accesso a determinate zone della casa, così il gatto aggredito si troverà a dover vivere in cima ai mobili o sotto i letti. Questo stato di cose ingenera sia nell’aggressore che nell’aggredito un forte stato di stress e possono comparire altri problemi quali le eliminazioni inappropriate e marcature in giro per la casa. L’aggressione territoriale può essere evitata o minimizzata con una buona socializzazione iniziale, una introduzione paziente e lenta e l’accortezza di fornire sempre risorse sufficienti applicando il protocollo descritto nel capitolo precedente.
Quando gli amici diventano nemici… Aggressioni redirette tra gatti
A volta basta un attimo! Gatti che sono stati compagni da una vita possono improvvisamente guardarsi l’un altro come “il nemico” e si possono avere zuffe anche serie. Quando due gatti che hanno sempre vissuto insieme in pace improvvisamente diventano aggressivi l’uno verso l’altro, il problema è generalmente un’aggressione scatenata dalla paura. Questo problema comincia solitamente “per errore” o per incidente. Per esempio, due gatti vivono in pace nella stessa casa, un giorno uno dei due sta tranquillamente seduto vicino ad una finestra quando fuori passa un gatto “straniero”, l’altro gatto che può vedere fuori si accorge del gatto esterno e si precipita verso la finestra per attaccarlo. Purtroppo, il gatto vicino alla finestra, che non ha visto niente di quello che c’è fuori, si trova sulla sua traiettoria e se lo vede venire addosso a tutta velocità e con atteggiamento aggressivo, senza un motivo che lui possa capire. Allora si spaventa, soffia e sibila. L’altro gatto che era partito per attaccare quello fuori ri-orienta allora la sua attenzione verso il primo e a sua volta gli soffia e gli sibila. Allora i gatti si attaccano. Ciascuno si comporta come se l’altro avesse iniziato la lotta.
Oppure può capitare che, due gatti che vivono insieme tranquillamente siano intenti ad un pisolino quando si verifica qualche avvenimento “spaventoso”, tipo un libro che cade da uno scaffale o una pentola che cade fragorosamente in cucina. Entrambi i gatti saltano su, soffiano e si mettono in posizione difensiva, si guardano e ognuno vede l’altro come se stesse per attaccare. Di conseguenza, ciascuno reagisce, segue una zuffa e da allora in poi ogni volta che si vedono, parte l’attacco.
Per trattare con successo questo tipo di aggressione, i gatti devono essere separati l’un l’altro ed essere reintrodotti con attenzione. Il metodo per la reintroduzione dei gatti è lo stesso. Attenzione a non intervenire quando c’è qualche situazione in cui i gatti se sono eccitati o agitati o sarete la vittima di una aggressione riorientata.